i miei primi taralli. brutti, grezzi, buoni.

Qui a Milano trovare dei taralli pugliesi buoni è una sfida, quindi ho deciso di farmeli da sola.

In realtà la mia è una versione imbastardita: non ho fatto la bollitura (che dà ai taralli quella forma regolare e lucida piuttosto caratteristica) e ho aggiunto aromi non molto ortodossi… ma giuro che abbiamo sgranocchiato con soddisfazione fino a ieri quando – ahimè – la scorta è finita.Il procedimento, anche senza bollitura, è un po’ lungo ma ne vale la pena: i taralli casalinghi sono buonissimi e si mantengono freschi per un mesetto se li conservate in una scatola di latta.
Sappiatelo: se iniziate a fare i taralli in casa, automaticamente smettete di comprare quelli del supermercato. E’ matematico, e se non lo è rivolgetevi a me: vi farò il lavaggio del cervello.

INGREDIENTI
500 g di farina
125 ml di olio extra vergine d’oliva
200 ml di vino bianco
10 g di sale (3 cucchiaini rasi circa)
aromi a scelta (vedi procedimento)

PROCEDIMENTO
Unite tutti gli ingredienti in una ciotola, versando il vino per ultimo.
Mescolate bene e lavorate l’impasto a lungo (se avete un’impastatrice ancora meglio!), la consistenza deve essere molto elastica.
Fate riposare per almeno un’ora al fresco.

Per quanto riguarda gli aromi, potete usare finocchio o pepe nero. In alternativa, io ho provato anche con cumino, paprika, curry, sesamo e papavero. L’ideale sarebbe aggiungere gli aromi prima di impastare in modo che si amalgamino alla perfezione ma se volete provare più gusti, come ho fatto io, potete dividere l’impasto in dosi e unire spezie e semi alla fine.

Ricavate dall’impasto tanti bastoncini lunghi circa 8 cm, diametro 1 cm e formate da ciascun bastoncino un anello, premendo bene le estremità in modo che il tarallo non si apra.
A questo punto la ricetta più tradizionale prevede che i taralli vengano tuffati in acqua bollente e ripescati non appena vengono a galla, per poi essere cotti in forno: io ho saltato questo passaggio perché volevo un aspetto più grezzo.

Infornate i vostri capolavori (oddio, non che i miei lo fossero) a 200° per circa 30 minuti. Devono diventare dorati, attenzione che si bruciano in un attimo!

Fate raffreddare e iniziate a sgranocchiare. Difficilmente vi fermerete.

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